L'ingresso
della
galleria di Gava,
costruita nel 1848 per evitare i continui movimenti franosi del terreno
e sostituire il tratto di acquedotto che si intravede alla sinistra
della stessa
L'acquedotto abbandonato dopo la costruzione della galleria è
diventato nel tempo un agevole sentiero immerso nel verde
I guasti e le screpolature del canale che si
ripetevano continuamente, erano una conseguenza delle tecniche
costruttive dell’epoca, infatti era sufficiente un piccolo movimento del
terreno per provocare delle falle nella cassa muraria dell’acquedotto.
Il primo intervento era quello di usare dei cassoni in legno da tenere
in funzione fino all’assestamento. Nelle zone in cui il movimento
franoso era continuo queste casse in legno erano costantemente presenti
Gli abusi a cui l’acquedotto andava continuamente
soggetto erano: la foratura delle pareti del canale, l’utilizzo di
derivazioni di diametro maggiore di quello consentito, oppure molto
frequentemente le pietre ed altri ingombri buttati nel canale
in modo che l’acqua tracimasse ad uso del proprietario di quel fondo. Ogni abuso era punito con l’impiombatura della
derivazione e con l’applicazione di una tassa