Le tavole I e II ci illustrano il tracciato dell'acquedotto dal Molino
di Montaldo fino a passo San Bartolomeo. Nei pressi di porta San
Bartolomeo, fuori mura, è localizzato uno dei sei portelli dislocati tra
Cavassolo e Montaldo che in caso di pioggia eccezionale veniva
aperto per eliminare l'acqua in eccedenza. Il percorso dell'acquedotto
illustrato nella tavola II rimase invariato fino al 1857, anno in
cui venne sostituito un lungo tratto di canale che dall'attuale via
Burlando passava rettilineo fino a raggiungere l'estremità occidentale
di piazza Manin
Il tracciato delle tavole III e IV coincide con l'attuale
circonvallazione a monte, fatta eccezione per il breve tratto denominato
Passo dell'Aquidotto. In molti casi, come nella tavola IV,
le derivazioni più complesse sono riportate in dettaglio ancora
maggiore. Tutta la numerazione dei bronzini è fatta a matita per
consentire le inevitabili variazioni senza modificare la progressione
numerica
La tavola VI riguarda la separazione dei due bracci di acquedotto che
localizza sopra il convento dei Cappuccini. In questo tratto il canale
principale si divide in due diramazioni: il braccio occidentale chiamato
di Castelletto, che risale al XIII secolo e quello orientale detto delle
Fucine, risalente al XV secolo
Le tavole VII e VIII riportano nel dettaglio il tracciato che dallo
spartimento sopra il convento dei Cappuccini arriva a Castelletto
passando per il ponte canale sopra la salita di San Gerolamo,
l'unico ancora conservato di tutto il percorso cittadino dell'acquedotto
Tavole IX e X. Da salita San
Gerolamo, il canale proseguiva tagliando diagonalmente la spianata di
castelletto per scendere verso le case che fiancheggiano ancora oggi la salita
superiore della Rondinella, dove con una serie di salti azionava le
ruote di alcuni molini già presenti nella zona fin dal XIII secolo.
Passando all'interno delle case di salita superiore delle Rondinelle
l'acquedotto attraversava vico Acquidotto e salita Acquidotto dove
per mezzo di una derivazione si dirigeva verso il "castello dell'acqua" un
complesso sistema idraulico che smistava l'acqua dal canale principale
ai vari bronzini. Il canale principale invece proseguiva attraversando
la piazza Santa Sabina sopra un lungo ponte canale, sostituito in
seguito da un sifone, fino a raggiungere Porta dei Vacca
Le tavole XI e XII e XIII
mostrano il percorso che da Porta dei Vacca proseguiva dividendosi in due
rami, uno a levante lungo gli archi di Sottoripa per finire il suo
viaggio nella fontana dei Cannoni del Molo, l'altro a ponente
verso la vecchia Darsena per terminare nei
pressi di due lavatoi, uno lungo la via della Marina e l'altro sulla
calata della Darsena stessa
Il braccio orientale detto delle
Fucine che risale alla seconda metà del '400 è descritto nelle tavole
che vanno dalla XIV alla XIX. Nelle tavole XIV e XV, scende attraverso
il bosco dei Cappuccini passando per Villetta Di Negro e proseguendo all'interno degli attuali palazzi della Provincia e
della Prefettura, poi attraversa salita Santa Caterina con
un grande arco e prosegue fino a Porta Aurea
Le tavole XVI e XVII ci mostrano in
dettaglio il percorso del condotto che da crosa San
Francesco giungeva in via Giulia, attraversandola con un grande
ponte che fu demolito nel 1829 e sostituito con un lungo sifone che partendo da
Porta Aurea andava direttamente ad innestarsi nei pressi di Porta Soprana.
L'acquedotto poi proseguiva lungo il passo delle Murette fino al ponte di Carignano
L'ultimo tratto di acquedotto
illustrato nelle tavole XVIII e XIX ci mostra il percorso che dal ponte
di Carignano arriva fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie,
compresa la derivazione verso i lavatoi della Marina